Tutti sanno che il ticket sanitario è dovuto dal cittadino che fruisce di prestazioni mediche, ma quando si tratta di pronto Soccorso le cose cambiano.
Il cosiddetto ticket è stato introdotto in Italia alla fine degli anni ’80 ed è un sistema che permette al SSN di recuperare parte delle spese, chiedendo un contributo agli assistiti.
I ticket variano da prestazione a prestazione e anche da Regione a Regione, e molti sanno sicuramente che alcune categorie di cittadini e tipologie di esami sono esenti.
Ma cosa succede per le prestazioni sanitarie ricevute in caso di emergenza? Molti pensano che anche in questo caso l’assistito sia esente dal pagamento del ticket, ma c’è un dettaglio da sapere.
Pronto Soccorso, il ticket sanitario si paga? Ecco come funziona
Salvo esenzioni particolari, che spettano a determinate categorie di cittadini/assistiti, il ticket è dovuto per l’erogazione di prestazioni sanitarie.
Esistono infatti diversi tipi di esenzioni, alle quali si accede in modo diretto oppure dopo presentazione della domanda.
La legge prevede ovviamente delle norme anche per quanto riguarda il pagamento – o l’esenzione – del ticket sanitario in accesso al Pronto Soccorso.
Il pagamento di un ticket (che come detto l’importo può variare da regione a regione) non è previsto nei casi in cui ai pazienti siano stati attribuiti i seguenti codici:
- Codice “rosso” – Emergenza – il paziente entra subito per ottenere le cure
- Codice “arancione” – Urgenza – il paziente effettua l’accesso entro 15 minuti
- Codice “azzurro” – Urgenza differibile
- Codice “verde” – Urgenza Minore
Per le prestazioni erogate in Pronto soccorso ospedaliero classificate con codice “bianco” non seguite da ricovero, invece, è previsto il pagamento del ticket sanitario in base alle prestazioni assistenziali, mediche e sanitarie che riceve.
Quindi chi si reca al Pronto Soccorso ma viene classificato e messo in attesa come “codice bianco” non è esente dal pagamento del ticket (salvo esenzioni soggettive).
Anche per quanto riguarda il ticket sui farmaci, dal 2000 non esiste più la forma di partecipazione da parte dei cittadini. I medicinali sono stati divisi in due categorie: completamente gratuiti o completamene a pagamento. Molte regioni, però, per rientrare delle spese, hanno introdotto un ticket su alcuni farmaci di fascia A, che solitamente si traducono in una quota fissa per ricetta o per numero di confezioni.